20.11.07

Non verro' domenica

No, non verro' a cercare il tuo volto come fosse uno squarcio tra i miei pensieri.
Sarebbe l'ennesima piccola morte, di quelle che m'infliggo troppo spesso, troppo gratuitamente.
Si piange sotto il cappellino grigio che mi hai regalato. A parigi tutto è immobile e le storie si incollano come le foglie al marciapiede bagnato.
Quindi eri li', in quel brutto e anonimo posto, davanti al caffé, davanti a me. Mi dici che vai a vivere con lei.
Piove di nuovo a Ménilmontant mentre ci lasciamo. Mentre piangi.
L'aria del mattino si chiude di nuovo sui miei capelli freddi, alle quattro del mattino, dopo l'incontro fortuito e inatteso sul bordo dei versi di Leopardi.
"Tuo per tutta la vita" : hai firmato cosi' per anni centinaia di volte.
Ma è un caffé di merda sulla rue de rivoli, che ci facciamo noi in questa strada.
Ho addosso la stessa salopette di sempre e ti dico che mi resta solo un paio di pantaloni da mettere. Non trovo altro da dire tra i rumori della strada. La tua voce ritaglia progetti di vita con lei : si dice che quei rumori strani che si sentono a volte.. siano il rombo del sangue nelle orecchie. Tu parli di andar via senza un cenno... io ascolto il mio sangue impazzito. Pietoso, forse. Non ascoltare, proteggiti. Torna al campo a piantare specchietti.
Il compagno di strada si è dimenticato. Non è più compagno e non c'è più neanche una strada. Ce ne sono almeno due... 
Il peggio è il tuo entusiasmo. I tuoi occhi che guardano il futuro e non vedono più niente oltre il bordo della tazzina. Forse è per questo che quando finisce il caffé mi dici "on se casse".
On se casse, bien sûr : et pourquoi rester d'ailleurs. On se casse avec ton air affecté de banlieue. On se casse, on casse tout. Rien n'a plus d'importance.   
D'ailleurs.