2.12.06

la morte si scioglie piano, lungo lungo la vita. cosi alla fine il momento è più dolce, quando le labbra si chiudono sull'ultima goccia e quasi ne si vorrebbe ancora.
oggi lui si è dimenticato. me lo ha detto. dimenticato di me. sento di essere arrivata, sento che non me ne importa più niente. poi mi ha cercata, ha cercato le mie pubblicazioni. ha trovato il racconto con quasi due mesi di ritardo. ma tanto ne capirà solo quello che vuole. il dolore a strati è difficile capirlo, impossibile accettarlo. come rimproverarlo? tutto dentro non c'è che morte, siamo arrivati ai nodi più stretti. forse è meglio per lui che vada via. lui che è cosi bello e buono. lui che ha la forza di ricostruirsi sempre. come dirgli che io voglio solo morire? come dirglielo... come trovare le parole. l'amore contiene tutto, anche il passato. anche le altre storie, le gioie, le delusioni, tutto. è di quell'amore piccolo e meschino che dobbiamo dubitare. il mio non è cosi', tesoro. ti scrivo qui e so che non mi troverai. che forse nel tuo cuore mi hai già lasciata andare. senza dirmi "ti amo", senza capire come fosse importante. ma ora tutto è ovatta, anche il dolore. ora mi sembra di poter infine morire, che non ci sia più nient'altro da dire. più nient'altro da svuotare. la festa è finita, non ci sono più dolci. l'ultima volta che abbiamo fatto l'amore eri bello da piangere. ti amo. ti amo. ti amo. ti amo. ti amo. se tu soltanto potessi capire come piccolo sia tutto il resto. se solanto potessi passare dall'altro lato denny. l'amore non muore mai...ma forse io..
guardarti morire
è la cosa più difficile
mamma

la poesia

le mie poesie commuovono anche me, soprattutto me, quando le rileggo. mi chiedo come abbia fatto ad avere il coraggio della scrittura, della testimonianza. mi chiedo quanto della mia scrittura sia rivolto a me stessa, esclusivamente a me stessa. x giorni fa mi ha lanciato "anche tu cerchi un pubblico" : ho pensato a questo blog senza commenti. questo blog semisegreto. con soli due amici come due occhi a darne un volto. saro' forse un bel narciso, ma il mio pubblico,lo ammetto, sono io stessa. il mio pubblico preferito da sempre. tanto qui, dove non mi sente nessuno, posso dirlo.
scrivo per me, come disse x, "fino alla quarta sigaretta". ma ora l'ha sicuramente dimenticato. scrivo come una sfida, come uno scherno, un eterno sguardo. un rapido tuffo della mano in fondo alla borsa, per cercare le chiavi di casa.
il mistero della scrittura è intatto. ho un bel coraggio a farne il centro dei miei studi. la paleografia si cancella appena spinge la poesia.

1.12.06

la culla

le ombre,
agglutinate,
sanno di sangue.

30.11.06

basta la vita

in reltà non riesco a staccare. dopo il gran mal di testa di ieri mi sento svuotata, sento che ritorna, pulsante, dietro la nuca. stamattina mi sono svegliata con la voglia di piangere, devo come cercarne la scusa. e mi viene in mente lui e il suo contorno d'argento mentre scrive al pc. poi si volta a guardarmi con la gonna nuova, è un attimo, la sua poesia se l'è già ripreso. poi mi viene anche in mente lui sul letto ed io lontana che comincio a correre come un volo. le risate un po' forzate. la mia voglia ostinata di allegria. ho quest'insana impressione. quest'orma di vita malata. basta la vita, basta la vita, basta la vita, basta la vita, basta la vita, basta la vita, basta la vita, basta la vita, basta la vita, basta la vita, basta la vita, basta la vita...

dietro casa di antonio

le mani non hanno dimenticato la strada
perché la pelle non scorda la poesia
né gli occhi hanno perso la luce
della fontanella ripiena d'amore
al mattino

29.11.06

non si torna

un altro giorno è passato, uno di quelli con gli occhi stanchi, che eviti gli sguardi, le domande. in realtà ci sono già troppe risposte dentro di me. sono arrivate prima delle domande, prima delle speranze e dei progetti. l'amore non esiste se non nel bisogno. il faut s'y faire. e qui ho scelto di dirmi le cose in faccia.
oggi ci siamo appena salutati, mantengo sul viso una maschera cinica ed indifferente, lo sguardo vacuo. non un passo in avanti. si procede cosi' alla distruzione del ricordo, comincia sempre cosi'.
Tutto quello che non avrei voluto mai fare con donato, lo sto compiendo adesso, a passi piccoli ma inesorabili, lungo quel sentiero da cui non si è mai tornati indietro

28.11.06

di-speranza

ho riscritto quella lettera dove sottoscrivo che è andato via. eppure mi sento ancora sbriciolare al solo pensiero. la morte non finisce mai è come il trenino dei bambini. un giocattolo che mi ha sempre fatto orrore. quell'unico binario ovale, quella locomotiva cocciuta e stupida. ed io con la sola voglia di sbarrarle la strada con un piede, di calpestarla, saltarci sopra. frantumarla. come questo cerchio che siamo portati a vivere. che va a finire li' dov'è incominciato, che è fine a se stesso. come uscire dall'assurdità? oggi (ancora!) sentirlo al telefono mi fa tremare il cuore. ma ho promesso di lasciarlo in pace. perché se almeno puo' crederci di nuovo che la vita si ricostruisce... perché se almeno sul suo binario ha trovato una deviazione... o una benedetta bomba che ha fatto saltare il ferro ed ha liberato il trenino...
tanto non è il mio caso, ma questo si sapeva già.
è quella la differenza : io sono disperata. non credo in niente e nessuno, nemmeno in me stessa. non credo neanche che credere serva a qualcosa.

27.11.06

impressioni di una giornata stanca

ho l'impressione che il dolore che mi sta intorno sia anche un po' il mio. l'impressione strana di sentirlo, o anche di averlo di già sentito. di essere un passo avanti, nella comprensione dell'inutilità. il dolore non serve a niente, se non a prevenire. il punto è che ci sono cose per cui, sembra, non si possa fare niente. come la morte, le malattie incurabili, la fame nel mondo, le torture nelle prigioni.
qui in questo momento mentre mi pongo le eterne domande, si soffre e si muore e non posso far niente. perché scrivere è niente, il faut le dire. bisogna averne il coraggio. o cosi piccola cosa da rassomigliare al nulla. è fondamentale che lo scritto non si riduca all'acqua di ponzio pilato.

26.11.06

conti

mi sono fatta i conti in tasca, mi sa che non ho tanti soldi. tra una cosa e l'altra, le charges et la carte orange, il telefono ed internet, l'elettricità ed i panini a pranzo... poca cosa. sempre a contare le monete. il frigo è vuoto, per fortuna stasera c'era un po di pesce nel congelatore. quello che mi aveva portato rosaria...
bé insomma, ho un tetto sulla testa, di che scaldarmi, anche se non troppo, e di che mangiare, anche se non come vorrei...
in sostanza non mi manca molto. il bicchiere è mezzo pieno stasera. ho un amore a 2000 km ed un cervello ancora capace di ragionare. ce la posso fare. ci sono stati tanti errori, devo farcela. devo capirmi. la psicanalisi costa, è vero. non potrei permettermela, che fare? ho troppa paura di ricominciare con le cazzate. almeno mi sento "sotto controllo". sono forse cosi immatura da aver bisogno di un "tutore"?mah. penso pero' che persino la scelta di averlo, un tutore, è mia. quindi sono io che decido, io che mi prendo in mano.
oggi sono stata qui e li' sui vari blog. è strano come una volta messi giù i pensieri sembra diventino più veri. come siamo fatui in realtà. tutto è vanità...