16.12.07
denny
whisky
15.12.07
viandante senza strada
10.12.07
Kock per Dippi
20.11.07
Non verro' domenica
17.11.07
silenzio
15.11.07
Da qualche parte sopra l'arcobaleno
14.11.07
La squadra
1.11.07
Il campo dei miracoli
Il campo dei miracoli esisteva davvero, ma ora è solo un recinto di cemento : dentro c'è un cane rosso e solo nel pietrisco bianco. Un cane da caccia credo. Invece di abbandonarlo hanno pensato di tenerlo li'. Io lo so che si sente solo, tutto quel bianco deve accecarlo, frantumare i suoi latrati all'infinito. Comunque non è importante, niente è importante : né i cani, né i padroni.
Lontana cosi' come sono puo' anche morire stecchito, che possano tutti morire stecchiti come la mamma.
13.10.07
10.10.07
La talpa
Le parole si sono già assorbite da tempo, le vecchie lettere sono carta straccia, scampoli di poesia che cercava un senso.
Ora dici che l'unica cosa che conti è scrivere, come fosse una realtà che potesse cambiare, un destino a cui potersi sottrarre. Hai l'aria di difendere l'aria e quello sguardo sicuro ma senza fondo.
Quello sguardo come un grido e la febbre sulla pelle.
Che sia la scrittura il senso della nostra vita, o la vita il senso della scrittura... in fondo che cambia.
In tutto questo continui a non guardarmi.
Stai andando via col tuo sguardo cieco.
Ti sei dimenticato.
Ti sei dimenticato.
3.10.07
Scrivere
Aprire il blog e dire la mia su questo o quello, il traffico in strada, i monaci uccisi in Birmania. La birra di ieri sera durante il GdR o il nuovo colore di capelli del pomeriggio.Tutto insomma, parlare di tutto fuorché di me, delle mie seghe mentali sugli HP, aspie e roba del genere.
Invece rieccomi cone uno yoyo che tanto non sono mai riuscita a giocarci. Chi se ne frega, non ne ricordo neanche uno di gioco che sapessi fare.
Invece ero sempre con un libro in mano, nascosta fin sopra agli alberi nella mia bolla di silenzio. Oggi scopro che l'ipersensibilità sensoriale è forse patologica. Forse le mie poesie blu che si possono a scelta mangiare o udire sono solo il sintomo di una disfunzione.
Mi vengono in mente la sedia gialla ed i girasoli di Van Gogh... e lo stomaco attorcigliato alla National Gallery. Pensare che quel poveraccio aveva solo dipinto quello che vedeva. Quella sedia inquietante è solo un esempio della sua sofferenza. Una specie di esorcismo. Noi siamo li' impalati a riempirci la bocca chiamandola arte, ma per lui era forse altro. Un esubero di linee e colori che premevano la retina, una specie di indigestione di immagini.
Elimina i dati personali, adesso
Resto alla ricerca del senso delle cose, delle storie, l'inizio e la fine... una ricerca piu' forte di tutto, una ricerca senza oggetto. Di quelle che sai che non ti puoi sottrarre, che non potrai mai finire.
La solitudine qui è come il piombo che fodera la bara : non si vede. Cerco un'identità in tutti i modi, in ogni direzione, persino in quella dei malati di mente. Sono a un passo dal fare i test e spengo tutto : elimina i dati personali adesso. Elimino.
Donato dice che sono fondata sul vuoto, la solitudine è quindi strutturale, fondante e fondamentale.
Saranno state quelle notte infinite, quel baratro sfiorato dalla culla. Oppure un difunzionamento del cervello. Una cattiva interpretazione dei dati.
Chissà se dare un nome a questo stato cambi veramente le cose. Forse no, forse non c'è speranza.
28.9.07
Guardami
Nei miei fallimenti. Guardami davanti alla montagna di lego, con gli occhi presi dai colori in un capogiro, incapace di assemblarli. Guardami davanti ai quadretti di un quaderno, come una prigione che taglia la mente. Davanti ai tasti bianchi e neri del pianoforte, come un marmo che aspetti il suo michelangelo... invano.
Guardami ora, incapace di parola.
27.9.07
"la morte si sconta vivendo"
Dove il dito di dio è certamente affondato di piu' nel fango, tracciando il percorso destinato del tempo.
Persone che trovano temporaneamente sollievo in compagnia di altri viandanti, raccolti quasi per caso dalla vita in uno stesso spazio. Gente che ha la solitudine cucita addosso come un'ossimoro e un destino stretto fin dentro le asole. Individui meschini, incapaci di resistere a se stessi, scampoli di abissi personali che rassicurano il resto del mondo.
Uomini senza diritti, donne inette ed albatros sgozzati.
Per fortuna che c'è questo posto, dimenticato spesso anche dai pochi che lo hanno visitato.
Questo luogo protetto da codici binari, spero un giorno di dimenticarlo anche io.
12.9.07
Maria
Sui muri sanno sommarsi,
ottusi,
i fogli bianchi del tempo,
come una gabbia di matti
privata
con l’uscio sulla mia mente
12 sett. 2007, Triggiano
Sera
Sera
Nel luogo eterno
del giogo amniotico
si apre il bersaglio
delle ferite umide
- l’ora di coscienza
come un guinzaglio corto
che strozza la corsa –
E ricade il tempo.
1 sett. 2007, Giovinazzo
16.7.07
Mantide
triste come una mantide
con gli occhi all'indietro
e due orizzonti blu
da attraversare
in un transito eterno
di speranza e nostalgia.
[Si raccoglie di tutto
su questa strada
bastano anche i ciottoli
purché facciano volume]
Ieri quando ero quasi all'aereoporto ho saputo che il padre di lea è morto, le ho inviato un sms lontanoe non mi resta che aspettare che torni qui a londra. intanto sono di nuovo sola in casa, mi sento come al solito sbattuta...una notte qui, una là, cellamare-corato-londra-corato-londra...manco da parigi da un mese e mezzo, manco da casa...le strade grigie e verdi, il metro che da di metallo, tonino e la chitarra battente, la scuola che profuma di legno, le biblioteche piene di fruscii, la mia casa triste come una mantide
2.7.07
Meglio di no
quella spezia dimenticata,
quel sapore di straniero
che la lingua rigira in bocca
e mi si riempie il cervello
di asprezza
solo per ricavarsi
un ritmo conosciuto.
Mi ritorna in mente
il tuo sguardo
dell'ultima sera
ma anche
quello del mattino
che ti dissi
che eri un principe
nobile e fiero.
Poi intorno ai sedativi
hai disegnato un albero
senza sapere che il muro
bianco
sotto il disegno
era il teatrino delle ombre
scure.
Mi allontano.
Non era mai meglio
da prima della pioggia
di quando dal fulmine estivo
fu lacero il tempo.
Non c'è mai stata tregua
alle pagine vergini
che la scrittura attende
insonne.
30.6.07
Primo giorno di londra e di pioggia.
Io sono là, sono lontana in italia e vicina in francese. Le parole si rigirano sull'asse della mente, le frasi sono capogiri. Il metro cangiante dell'elettricità nelle cellule nervose.
27.6.07
Controstoria
lisce
ascolta come s'addensa
la polvere
attorno ai tuoi passi.
Cio' che si perde
è il filo
che trattiene le perle.
io non ho mai scritto
questi versi sono come un ricordo
una specie di profezia
un'alga asciugata
sul bagnasciuga.
20.5.07
Assenze
C'è l'assenza incomunicabile, quella che ci sembra di vivere in un muro che ci divide da tutto e da tutti, ma che in realtà ci divide da noi. Quella forse è l'assenza più insondabile, quando credi che sia l'altro a mancare e invece - invece - sei tu che manchi all'appello....
Acqua
La strada è stata aguzza e sottile prima di arrivare, come scalza sugli aghi di pino. D'un tratto mi accoro che c'era un altro sentiero, parallelo, e tu su quel sentiero. E il tuo sguardo è un appiglio, il tuo sguardo è coscienza. Che resti fra noi : che resti fra noi.
15.5.07
per elitre
me ne accorgo
come dopo un naufragio
sulle lenzuola azzurre
in quell'attimo bianco
di smarrimento
sarebbe bello trovare i tuoi occhi
aperti come un appiglio
uno sguardo
lungo quanto uno spartito
che non hai ancora suonato
e leggi nella memoria
la prima battuta
cosi' si accorcia il tempo
come un crampo improvviso
un ansito che stringa il buio
nel pugno
nascosto dietro la schiena
spugne
stamattina è un brivido freddo come ieri, perché ho il tempo per pensare, odio pensare.
il caffé è finito e non ci sono più scuse per sfuggire al giorno. si aspetta. stasera sarà ancora sapore di spugna.
10.5.07
quello che mi fa piangere oggi
autodafé (actus fidei)
star li a guardare come la coscienza si spenga, ripiegata su se stessa. Alessandria brucia. E con lei le leggende. La convinzione stolta e ingenua di sapere. i libri bruciano, i cartoni e le pergamene, le miniature ed i fermagli. le cronache universali che cominciano da zero. quelle di dove siamo figli di Enea, dove Merlino soffia saggezza all'orecchio del re. Dove i popoli si autocelebrano in un pazzia collettiva.
bruciare tutto.
9.5.07
il sito
certe cose finiscono quando non te l'aspetti, è più difficile capire come a un certo punto ti ritrovi fuori. qual'è la strada che avevi intrapreso, è perché.
sono fuori dal sito come da un'indigestione, inseguita dai commenti avvelenati di chi ci crede. a quanto pare si devono amare per forza le fragole con la panna, gli "sguardi impiglaiti nelle nuovole", le atmosfere rarefatte e quent'altro. mah.
in realtà non c'entro proprio niente con questo sito, era solo per fare contento donato. era solo la curiosità dei commenti. alla fine inaspettati ci sono stati certi incontri virtuali. grazie almeno dippi, blue e casti....che tristezza pero', che tristezza...
8.5.07
perché non scrivo più
è che a leggere certe poesie mi innervosisco. basta coi tremiti, le foglie, i veli, le nuvole i sussurri e le fragole con la panna. ne ho abbastanza di melodie e arabeschi, fiori e perbenismo. è tutto un guazzabuglio rivoltante, un narciso che si mangia la coda. ne ho abbastanza.
tanto la vita è altro. sono i semafori che funzionano per tutti e che la notte se ne vanno in standby. sono i riflessi sulle vetrine lucide del centro, quelli mentre passi e che manco ci fai caso. sono i libri impolverati di una libreria che l'impiegato ha dimenticato si spazzolare. sono le monete in fondo alle fontane come sogni a cui si rinuncia, fardelli che riparti più leggero.
poesia è tutte le volte che ti fermi a pensare alle "corrispondenze" e sai che tanto non potrai parlarne con nessuno. poesia sono le parole che non scrivi mai (e saresti stato un grande poeta).
poesia è un paio di occhiali che non hai mai voluto, uno sguardo lucido e terribile su di te e sulle briciole sotto il frigorifero (la notte speri che qualche topo arrivi).
3.4.07
relatività
qui a parigi c'è tanto sole che quasi mi dispiace di partire, il ciliegio del giardino è in fiore ed oggi per la prima volta non ho messo le calze sotto la gonna.
et pourtant...
sento già l'aria fredda dell mattina nei campi, gli odori pungenti e formicolanti dell'erba, il sussurro incantatore degli ulivi.
spesso si dice di voler lasciare la città per trovare qualcosa che sia più "a misura d"uomo", come un paese... io ho fretta di raggiungere la campagna per perdermi nell'immensità...
qui è tutto il contrario, tutto è stretto, anche l'aria si riduce. Si respira quella che è già stata nei polmoni del tuo vicino nel metro. I prati sono circondati di fili di metallo per non rovinare i fiori, i rami bassi degli alberi sono tagliati (imposssibile, oltre che vietato, arrampicarvicisi), le fronde si stagliano in alto, troppo in alto. Te ne accorgi seguendo il tronco con lo sguardo con un movimento inabituale del collo. Vedi le foglie come incollate su un cielo azzurro da capogiro. E ti chiedi se sia vero o solo una plastica dipinta.
voglio tornare a sentirmi piccola. voglio riavere la misura esatta delle cose.
1.4.07
diam
Feuille blanche, à l'heure qu'il est j'suis en instance de divorce Une fois de plus, j'ai foutu en l'air un homme et son désir d'avoir des gosses. J'tai connu, j'avais le sourire et jt'aimais grave 6 mois après, je ne te veux plus dans mes bras J'ai beau te trouver des defauts, créer des conflits Tu dis que j'suis skyso et que c'est ça qui nous détruit C'est vrai, t'es un mec en or, et toutes les filles te veulent J'suis désolée mon coeur, mais tu n'est rien devant ma feuille J'ai beau me dire que j'ai passé l'age des passades Qu'il faut que je me case, car une femme c'est stable, mais nan Je fais semblant d'etre belle, semblant de te plaire Peut être que je recherche un père plutôt qu'un mec J'en sais rien, mais ce que je sais, c'est que je vais tout foutre en l'air Toi, ta belle bouche, et tout l'amour que tu me fais Laisse-moi tranquille, s'il te plait part en silence Tu n'est plus l'homme de ma vie, face à ma feuille blanche J'ai juste envie de tout foutre en l'air Peu importe l'amour qu'il y a sur terre Au diable le bonheur des gens Plus rien me tente, face à ma feuille blanche J'ai toujours désiré l'amour, celui qui te rend fou Même après les coups, j'ai tout donné pour qu'on me couve J'ai vue en l'homme le seul remède à mon malheur J'ai vue en toi un peu de bonheur, le baby boom de mon coeur Alors jt'ai fais la cour, et j'ai voulu que tu me gardes J'ai voulu que tu crames ma triste vie à coup de flammes Tu sais,je t'admire, les autres ne te valent pas Toi tu me parles pas de filles, toi tu ne parles que de moi Et je m'en veux de nous détruire, mais je m'envole Parce que j'ai ce besoin d'écrire et de leur dire que je suis folle Mon amour, tu n'as pas ta place au milieu de mes mots Tournes la page et tu verras comme tu es beau! Va! Détestes-moi,cherche une autre femme Je ne mérite pas tes larmes, ni même la haine que tu m'épargnes J'ai tout fait pour qu'on se plante, tout pour qu'on se mentent Tout pour qu'enfin je puisse noircir ma feuille blanche Toi tu as rongé mes ongles, tu as détrui mon ombre T'es la clé de mes songes, tu as balayé mes décombres Jamais un homme ne pourra nous séparer T'es parfait, tu m'as épargné la douleur d'être née C'est passionnel entre nous, j'ai le stylo sous la gorge Passionnel, t'es ma goutte d'eau même si je déborde T'as ma vie entre tes lignes, je le sais si tu me fuis Je n'ai plus qu'à dire adieu à mon public et ma musique Si tu me laisses, je suis plus rien J'nai plus de raison d'etre, je n'ai plus qu'à vendre mes biens et à retourner chez ma mère Je n'ai plus qu'à trouver du taff, mais sans diplôme je serais quedalle! Je n'aurai plus qu'à tourner la page et oublier qui était Diam's Je n'aurai plus trop d'amis,j'aurais honte de ce que je suis Une chose est sure, c'est que je ferai tout pour qu'on m'oublie Puis je chercherai de l'amour Et ce jour-la, je regretterai surement cet homme que j'aurai délaissé pour toi |
per mezzanotte e dippi
30.3.07
il blog
se vuoi, mezzanotte.
benvenuti persi e perdenti. spero di poter continuare.
grazie di esserci
24.3.07
blue
ma ora dimmi come faccio.
eri come il sole di notte
quando intorno alle schegge
dei sogni
si frange
la scienza del tempo.
ora dimmi
neanche di nascosto
ci andro' su quel sito
se non posso trovarti.
dimmi che non sparisci.
18.3.07
Controra
Certe cose sono quelle che non si raccontano, quel sentimento di terra che ti ritrovi dentro alla fine dei conti. Come la posa del caffé sul fondo della tazzina. Decine di caffé, dietro le imposte accostate, alla controra. Una specie di controtempo, contrappunto. Anche quando il sonno tarda a venire, il pensiero corre alla sera fresca mentre il sole brucia l'asfalto.
Questo è il tempo perso, il tempo che deve passare, che si guarda scorrere denso come lo sciroppo sui taralli grossi. Quelle ore che lasciano nella mente come una striscia di sudore sul bordo dei pensieri. Della ragione.
Silenzio, la controra non si disturba. I vicini dormono.
Le brave bambine non battono i piedi per terra. Se ne stanno nella sedia bassa ad aspettare. Se ne stanno zitte zitte a bisbigliare di certi sguardi scambiati a scuola.
Come raccontare il silenzio, lo sguardo immobile, l'attesa. Il tempo si riavvolge, sbianca i ricordi delle nonne come una ruga precoce sulla fronte liscia.
Un campanello impazzito intorno alla caviglia. Mi ricordo. Si racconta.
Fuori, dopo i muri bianchi, lungo le strade dove Dio non ha ancora camminato, svolgero' il mio passo come una danza, fino a dove gli occhi di lui si confondono col mare. C'è un sapore di sale fra i gigli selvatici, sulle dune...
13.3.07
crisi
Poi è arrivata Licia ed una nuova crisi : cosi' si è rotto il guscio dell'uovo. L'incubo si è trasformato in sogno... chè ho reagito come non ho coraggio mai. La rabbia e la follia mi hanno resa potente, più di lei, dall'altra parte del muro. Cosi' tra le mani mi è rimasto solo lo schienale della sedia. D'un tratto mi sono sentita vigliacca, presagendo la sua reazione ho cominciato a correre. Giù per scale incerte e pericolanti, facendo i gradini scivolosi a tre a tre, e poi ancora per le strade deserte di una specie di controra serale. Dove, unica sopravvisuta, mi facevo inseguire dalle mie stesse ombre.
Cosi mi sono svegliata sudata : erano le quattro e mezza.
Curiosamente mi è venuto in mente il [sorriso] di diamond ed i suoi complimenti per una mia vecchia frase, dove mi sveglio alle quattro con gli aghi negli occhi.
Certe frasi hanno un prezzo ; certe parole costano di più. Quei versi, in fondo, li ho pagati cari.
20.2.07
con tutto l'amore che posso
come la melagrana [ricordi il gioco dei primi giorni di scuola?] mentre la sera sgranavi la frutta e inventavi una storia.
ora non ci sono più storie. una volta, una volta sola, c'è stata una fiaba. la fiaba dell'uomo tondo. ma poi si scopri' che l'uomotondo, partito in mare con la barchetta, si era perso e non era più tornato. ora si deve giocare ad essere grandi, e le storie sono finite.
l'aereo ha le gambe lunghe, più della fame, del freddo, del dolore, l'amarezza. più della coscienza ma meno, meno, del ricordo.
l'aereo scavalca tutto e taglia come il burro le ore. come a incidere il marcio. lasciare tutto per ritrovarmi senza nulla, sola e ferita. di quelle ferite inguaribili, di cui si è dimenticato il perché.
a parigi ci avevo provato. ma era una bugia per me e per lui. i giorni scorrevano in fretta, troppo diversi per poterli contare. troppo violenti per poterci pensare. ma tra una fermata e l'altra, nel metro', la mente mi aggrediva improvvisa. una sola domanda, come un comandamento, cosa credi? cosa credi di fare?
scarpe
mi stringo nei vestiti come in un abbraccio (e ho freddo). la memoria è un lucchetto guasto ed il mio piede incerto nelle scarpe strette.
15.2.07
all'inizio ero felice che qualcuno pensasse a me. mi dicevo che eri diverso da donato che mi ignorava per la tv, per la poesia, per i libri. ora sei proprio tu davanti alla tv... proprio quando pochi minuti prima piangevo. squilibrio ormonale dici. che cazzo ne sai dello squilibrio ormonale. invece non è cosi. oggi, come sai, sono andata dalla psicologa. oggi ho fatto un passo avanti in fondo ai miei incubi. se tu fossi diverso magari ne avremmo parlato insieme. ma sei distratto e superficiale. e poi certo c'è lo squilibrio ormonale, come no. che cosa scomoda le donne. fanculo denny. fanculo.
san valentino
Quando si intrecciano le ombre non c’è più scampo, si sa.
Quando è san valentino neppure. Come quella terracotta ottusa piena di fiori secchi, ancora nel cellophane dopo tanti anni. Quel messaggio freddo e subito.
Non ho mai voluto nessuno da quando ho ricordi. E sono tanti e troppi. Come l’olio che resta sul fondo del fusto, denso e inquietante. Questo è quello che ricordo. Quel volere fuggire di casa, sempre e a tutti i costi. Le prime volte osavo quei cinquanta metri, a volte cento. I campi conosciuti si aprivano inesorabilmente su nuovi orizzonti.
[La vita ci prende subito, come lo scivolo a tubo del parco acquatico. Devi mantenerti dritto e impotente. I secondi sfrecciano sulla pelle. È un attimo di preghiera.]
Poi un giorno ho infilato un bacio ed è stato subito San Valentino. Come uno scherno puntuale. Sto ancora e sempre sfuggendo da cosa…
Il foglio bianco è come Michelangelo che sfiora il marmo prima di liberarlo. Come quell’attimo nello scivolo ci si chiede se l’idea corrisponderà al mondo.
Cosi ci sono scritti più o meno riusciti. Scritti strappati al turbinio degli eventi. Scritti paralleli che disperano la coscienza. Quel grido si’ conosciuto e si’ temuto. Quando trenta giorni passano in silenzio mi chiedo se sia diventata sorda. Poi qualcosa si muove come un calcio nel ventre. Mi metto tranquilla come una carezza.
Poi succede che è san valentino e mi ricordo che l’anno è rotondo.
A scuola si dice che c’era un tempo in cui si poteva imparare da ieri per domani : in quel tempo si disegnavano medaglioni rotondi sui calendari di pergamena. Si riempivano di immagini rassicuranti come il cinghiale che a dicembre corre davanti al cacciatore.
Ma un giorno ho trovato un medaglione nuovo, era maggio ed un maestro insegnava ad un discepolo, forse. Questo basta per far crollare la corolla : la variabile. Già. La variabile, dice bene Margherita. Dice bene l’archeologo a scuola, il prof. di informatica, [proprio cosi’].
È il quattordici febbraio ed il destino spinge alla porta. Non c’è più tempo, nemmeno per prendere il treno, nemmeno per correre nei campi a cercare il primo orizzonte.
Cosi, lo scivolo insegna, stringo le braccia lungo i fianchi e preparo la matita. Stanotte il bianco trasuderà l’anima. E l’inchiostro disegnerà l’idea.
10.2.07
denny
è quel tuo dondolare
quieto
lo sguardo.
Dove si raccoglie
la schiuma
si stringe più forte
il sapore di te.
20.1.07
soutenance
Come al solito arrivo sparata, il bouquet bianco e rosa in mano. Nell’ingresso della Maison de Recherche madre e figlia si voltano a guardarmi. Sono la famiglia di Jeong-Min, si capisce. Infatti arriva, con quella sua andatura dondolante che ti viene voglia di darle il braccio. Oggi è il gran giorno, davanti alla commissione sfila il lavoro di dieci anni di ricerca. La comunità coreana del tredicesimo arrondissement sembra essersi riunita dietro le fragili spalle della mia amica. Siamo in tre occidentali, conto (e lei comincia a parlare, ma tanto non ci capisco nulla).
Penso solo che tra pochi giorni riprenderà l’aereo e Parigi mi sembrerà più vuota e più Parigi. La terra di tutti, degli uguali e dei contrari. E di quelli come me, che si sentono, a giorni, più uguali a ieri, più contrari lo stesso. Tanto è la solita storia, vanno via tutti. Aerei o treni che importa, si va-si viene-si torna. Si riparte, si ritorna. Per ora io resto, ancora un poco.