11.6.08

altro buco nero

certe volte vorrei di nuovo saper scrivere. scrivere come quando credevo di saper scrivere.
quando le parole si allineavano veloci e credevo ancora di avere l'inchiostro nelle vene.
quando lo spazio bianco alla fine del nero si ritmava da solo
e faceva come una macchia di coscienza sul foglio
come coscienza macchiata di presunzione.

oggi so di non saperlo fare.
non saper scrivere.
non aver mai conosciuto la metrica.
non averla mai voluta conoscere
oggi anche i punti e le virgole
mi girano la schiena
le maiuscole e gli accenti

le sillabe si interrogano in un equilibrio fragile
mastico le stesse parole come un bue
sembra che ci faccia una pastella predigerita
per i tempi di magra

ma qui 7 anni non sono ancora passati
non si possono contare in realtà
perché anche la scala numerica
si è sbriciolata

ed il sistema metrico decimale
non si applica più agli aerei
e al codice binario

sono qui
fuori e dentro
prigioniera di me
come una fortezza.

la psicologa parla di autismo.
io vorrei parlare della sua voce
e del respiro scandito.

difficile essere coerenti
senza bruciarsi
al magma dei pensieri

difficile essere me
spesso

potessi almeno scrivere
per riconoscermi



10.6.08

buco nero

una parola è cosa difficile quando risuona il silenzio. un aborto che non riconosco, un mostro.
rimango confusa e ghiacciata ad osservarla : se ne sta li', come un foglio rattrappito sotto la scrivania, pronto ad azzannarti il piede e a chiamarti "mamma" : ma io sono solo a capo della mia ennesima nausea.
la psicanalisi mi insegna un cammino nuovo di lampi abbaglianti, cosi' abbaglianti, mi dico, da rendermi cieca. Cieca e trasparente come vetro con un unico punto, come il piede di un compasso : un unico punto di rivoluzione. piccolo : di quelli che puoi anche far finta di non vedere. piccolo e potente come una stella nera : un giorno mi risucchierà.