8.5.07

perché non scrivo più

[confessioni senza sintassi]
è che a leggere certe poesie mi innervosisco. basta coi tremiti, le foglie, i veli, le nuvole i sussurri e le fragole con la panna. ne ho abbastanza di melodie e arabeschi, fiori e perbenismo. è tutto un guazzabuglio rivoltante, un narciso che si mangia la coda. ne ho abbastanza.
tanto la vita è altro. sono i semafori che funzionano per tutti e che la notte se ne vanno in standby. sono i riflessi sulle vetrine lucide del centro, quelli mentre passi e che manco ci fai caso. sono i libri impolverati di una libreria che l'impiegato ha dimenticato si spazzolare. sono le monete in fondo alle fontane come sogni a cui si rinuncia, fardelli che riparti più leggero.
poesia è tutte le volte che ti fermi a pensare alle "corrispondenze" e sai che tanto non potrai parlarne con nessuno. poesia sono le parole che non scrivi mai (e saresti stato un grande poeta).
poesia è un paio di occhiali che non hai mai voluto, uno sguardo lucido e terribile su di te e sulle briciole sotto il frigorifero (la notte speri che qualche topo arrivi).

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