14.11.07

La squadra

il campo dei miracoli, quindi, si poteva correre in quattro minuti precisi. periodicamente arrivava il concime, una massa enorme di detriti pescati sul fondo del mare. almeno cosi' sembrava. spugne e conchiglie, boccette di vetro e cannucce di plastica. frammenti di momenti estranei. camminare sul mucchio di spazzatura era come sfogliare un album che non ci apparteneva. immaginare la storia di ogni boccetta, ricostruire  mentalmente l'attrezzo di plastica gialla. chissà perché avevamo pensato al mare, forse per via delle spugne.
insomma un giorno che arrivavamo di corsa il campo era mare. vi si trovava di tutto. per quello lo chiamammo "il campo dei miracoli".
li' ci si poteva convincere di seppellire un'idea, un sogno, anche un ricordo. sicuramente sarebbe nato l'albero che pinocchio sperava. con tante foto di mamma come specchietti per le allodole.
al campo si correva in segreto, dopo un sussurro sbrigativo fra piccole orecchie.
dal campo partiva il mondo. finiva la realtà e cominciavamo noi.
Fu cosi' che nacque la "squadra", dopo il giuramento con le mani sulle ragnatele come prova di coraggio. L'unico scopo era di proteggere la squadra stessa (ed il campo). 

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