ho l'impressione che il dolore che mi sta intorno sia anche un po' il mio. l'impressione strana di sentirlo, o anche di averlo di già sentito. di essere un passo avanti, nella comprensione dell'inutilità. il dolore non serve a niente, se non a prevenire. il punto è che ci sono cose per cui, sembra, non si possa fare niente. come la morte, le malattie incurabili, la fame nel mondo, le torture nelle prigioni.
qui in questo momento mentre mi pongo le eterne domande, si soffre e si muore e non posso far niente. perché scrivere è niente, il faut le dire. bisogna averne il coraggio. o cosi piccola cosa da rassomigliare al nulla. è fondamentale che lo scritto non si riduca all'acqua di ponzio pilato.
27.11.06
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